Economia alpestre
L’Alpe di Ravina è, come risulta da un documento del 9 maggio 1227, di proprietà dei Boggesi di Ravina residenti a Scruengo (poi Piotta) e Ambrì Sopra, che lo gestiscono con a capo un console (“nomine omnium bogienssium dicte alpis de Ravina”).
L’alpe ha una superficie di circa 510 ettari e si trova nella giurisdizione del comune di Airolo. L’Alpe di Ravina, su cui si portano circa 50 mucche, ha una produzione di formaggio di circa 79 quintali all’anno.
L’Alpe Ravina, di proprietà del Patriziato di Piotta, è situato a nord delle catene montagnose del Pizzo Sassello e Poncione di Mezzodì e si estende fino a Segna (Monti di Nante) e Giof, in territorio del Comune di Quinto. E’ situato a una quota compresa fra i 1’400 e i 2’300 m s/m e comprende ca. 510 ha di cui 272 produttivi. Le corti Nuova e Ravina sono raggiungibili da Ambrì rispettivamente da Giof, mediante una strada carrozzabile. La zona di Cassinello è collegata al Corte Ravina con un ampio sentiero.
La gestione dell’Alpe è curata dai Boggesi di Ravina.
Il carico viene effettuato nel modo seguente:
- da giugno a inizio luglio (circa 15 giorni) il bestiame viene alpeggiato alla Corte Alpe Nuova (1’430 m s/m);
- in seguito sale sulla Corte Barc (1’775 m s/m) fino a inizio settembre, sfruttando anche i pascoli di Cassinello (1’950 m s/m);
- poi la mandria ritorna alla Corte Alpe Nuova per circa ulteriori 15 giorni.
Il periodo di alpeggio totale è di circa 95 giorni.
La flora è da considerare di buona qualità.